Verdi e Fraschini attraverso alcune corrispondenze
In occasione del Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, il lavoro di Dario De Cicco ricostruisce il rapporto più che quarantennale fra Giuseppe Verdi e il tenore Gaetano Fraschini. Del sodalizio rimangono numerose lettere conservate a Villa Verdi a Sant’Agata, lettere che la Famiglia Carrara Verdi ha con piacere rese disponibili per questo studio. Dalle pagine emergono le testimonianze dirette dei protagonisti che affidano alla corrispondenza riflessioni artistiche e problemi professionali, questioni famigliari ed episodi della quotidianità.
Il costante dialogo epistolare disegna il mondo teatrale di quegli anni: la messa in scena, i rapporti con impresari e librettisti, il ruolo degli interpreti e la non sempre facile relazione tra cantante e compositore. Da ogni riga emerge anche una forte e duratura amicizia personale fondata su stima reciproca e condivisione d’idee. Lo stesso Verdi in una lettera a Léon Escudier del 1863 descrive con semplicità i sentimenti che lo legano al cantante: «Godo assai assai del successo di Fraschini come se fosse cosa mia e più che se fosse cosa mia perché io amo e stimo molto Fraschini».
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